sabato, marzo 08, 2008

Revocare decisione di dedicare Fiera del Libro TO 2008 a Israele

Chiediamo che venga revocata la decisione di dedicare ad Israele l’edizione 2008 della Fiera del Libro di Torino

Invitare Israele come ospite d’onore per la celebrazione del 60° anniversario della sua fondazione alla Fiera del Libro di Torino, che si terrà dall’8 al12 maggio prossimo, ha un connotato chiaramente politico e, perciò, non ha niente a che vedere con la cultura e la civiltà, come fanno intendere i sostenitori di Israele o tutti coloro che gridano allo scandalo perché, ancora una volta, si vogliono imbavagliare le idee evitando il confronto.
L’Italia, ospite d’onore alla fiera internazionale del libro del Cairo nel 2007, avrebbe dovuto ricambiare quest’anno, anche in virtù del protocollo sottoscritto tra i rappresentanti egiziani e italiani, l’intervento dell’ambasciata Israeliana a Roma e della lobby sionista in Italia, ha cancellato con un colpo di mano l’accordo con il Cairo, sostituendo l’Egitto con Israele.
Solo sulla base di ciò appare inconfutabile che si mette in discussione, e perciò si contesta, non la Fiera del Libro in sé, né la partecipazione degli scrittori israeliani, visto che in Italia sono ampiamente sponsorizzati, ma la decisione di dedicare questa edizione della Fiera ai festeggiamenti per i 60 anni di Israele.
In buona o mala fede fiumi di parole e d’inchiostro sono corsi, la semplice verità si è persa travolta dai soliti luoghi comuni che non rendono giustizia né agli ebrei, vittime dell’Olocausto, né alla Palestina e alla tragedia di un popolo. Israele è responsabile della condizione disumana in cui vivono i palestinesi, ha costruito ghetti circondati da un muro che li rinchiude, ha attuato un regime di apartheid, questo ciò che l’ex presidente degli Stati Uniti d’America ha scritto nel suo libro Palestine: Peace, Not Apartheid; questo ciò che sottolineano nei loro articoli molti commentatori ma…c’è sempre un ma che suona come una giustificazione. Perché si ha paura di dire che non c’è nessuna ragione, in quel contesto, di festeggiare “i 60 anni di Israele” e ci sono, invece, centinaia di ragioni per non farlo? Perché non riconoscere lo stesso valore alle lacrime e alla dignità violata dell’uomo?
La creazione di Israele, nel1948, fu pagata dal popolo palestinese con la Nakba (catastrofe) avvenuta in seguito alla pulizia etnica che cacciò con la forza delle armi un milione di palestinesi inermi sradicandoli dalle loro case, villaggi e città. Dopo 60 anni per i palestinesi niente è cambiato, vivono ancora in condizioni disumane in “campi di concentramento”, chiamati con un eufemismo (sic!) “campi profughi”, poiché Israele impedisce loro il ritorno alle case di proprietà disattendendo la Risoluzione 194 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 1949.
Ma… il mio ma, non è stata disattesa e dimenticata solo la 194 anche un’altra ricorrenza che, forse, oggi, se le fosse stata dedicata la Fiera del libro avrebbe potuto unire veramente tutti in una discussione fatta di “cose” e non di parole roboanti o vuote “memorie” che non approdano mai a risultati concreti: la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, 10 dicembre 1948.
“L’Uomo” è il centro e il cuore del Libro non “un uomo”.
La memoria a senso unico non rischia oggi , ancora, di farci imboccare vecchie strade?

Fawzi Ismail
Associazione Amicizia Sardegna-Palestina


1 Commenti:

Alle 12:46 PM , Blogger Gilesteta ha detto...

è andata bene comunque

 

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